Il dipinto è attribuito da Laura Martini al senese Vincenzo Rustici, figlio di Lorenzo e fratello di Cristofano, anch'essi pittori. La tipologia minuta e la chiarezza degli incarnati, le sfaccettature dei panneggi tanto care ai barocceschi senesi evidenziano la dipendenza stilistica delle sue opere da quelle del cognato Alessandro Casolani (Siena 1552/53 ca.-1607). Attivo fino alla soglia del quarto decennio del Seicento, Vincenzo rimase tuttavia estraneo alle novità naturalistiche di stampo gentilischiano e honthorstiano divulgate a Siena dal figlio Francesco Rustici e da Rutilio Manetti.