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Fine XVI inizi XVII secolo
Uno studioso attendibile e serio come Massimo Pulini, (ha scritto monografie su Guercino e Sassoferrato, ed insegna attualmente all’Accademia di Bologna) dieci anni fa fu chiamato a Pienza per curare una piccola mostra allestita nei locali del Museo Diocesano, legato al circuito della Fondazione Musei Senesi, e per destino, come regalo. Gli fu data una guida dei musei della Provincia. L’attenzione di Pulini fu attratta dalla foto di un dipinto di gentiluomo collocato nel Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano.
Nel Catalogo del 2000 (a cura di Laura Martini) il ritratto è così descritto: “Si respira l’aria della lezione caravaggesca osservando lo straordinario Ritratto virile, a mezza figura, del giovane poco più che trentenne, vestito con abito dalle maniche rigonfie alla moda spagnola, il volto di tre quarti segnato da occhi piccoli e penetranti che gli danno un’espressione fiera e al contempo beffarda. La netta scansione del partito luministico, sostenuta da una stesura pittorica asciutta e compatta, rivela l’adesione dell’anonimo pittore al naturalismo di stampo caravaggesco con risultato che chiama alla mente la produzione ritrattistica di Pietro Paolini”.
Non che Pulini stesse andando a caccia di Caravaggio, ma l’occhio esperto reagì. Dice Pulini: “sono andato a verificare sul posto il trattamento della pennellata nei chiaroscuri e mi pareva inequivocabile. non vi è tutta via una ripartizione netta, del lume e dell’ombra: un alito avvolgente rischiara guancia orecchio e collo, quasi trovasse riverbero nella seta della camicia.
E sulla teoria dei bottoni, di un abito però non sacerdotale, che il restauro di Mary Lippi ha riportato in luce, cancellando invece quella prima intuizione, che sulla spalla annerita si posasse come una toga avvocatizia. La probabilissima paternità è di nuovo Caravaggio. E che per di più rappresenterebbe un personaggio così nodale per lui, come Scipione Borghese.
Confrontando un busto attribuito ad Algardi, un disegno di Bernini, un altro ritratto analogo conservato in una collezione a New York, studiato da Mina Gregori, ecco che il soggetto potrebbe essere Scipione Caffarelli, adottato Borghese, che lo zio Camillo fa studiare (da avvocato a Perugia) e appena sale al soglio pontificio, nel 1605 col nome di Paolo V.
Al ritratto è stata dedicata una giornata di studi, tenutasi a Montepulciano il 3 dicembre 2011, sul tema: “Caravaggio ritrattistica e una proposta dal Museo Civico di Montepulciano” a cura di Mina Gregori e Massimo Pulini.
Al termine dell’appassionante dibattito, ricco di approfondimenti, gli studiosi presenti si sono espressi in merito all’opera in questione. Mina Gregori si è dichiarata incuriosita dalla proposta di questo ritratto, convinta dalle argomentazioni esposte con passione da Pulini. Maurizio Calvesi ha rafforzato una sua favorevole opinione alla vista della fotografia post-restauro: Francesco Petrucci, studioso del ritratto romano del Seicento, aveva già dichiarato di non aver dubbi sull’attribuzione.