Il dipinto, proveniente dalla raccolta del primicerio Francesco Crociani,è opera di modesto valore pittorico e rievoca nel soggetto una scena tratta dal romanzo storico d'ispirazione patriottica dello scrittore, pittore e uomo politico torinese Massimo d'Azeglio (1798-1866), dal titolo "Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni", episodio dell'assedio di Firenze del 1530, edito a Milano nel 1841.Lisa, figlia del mercante fiorentino Niccolo' de' Lapi, fervente seguace del Savonarola, cacciata di casa dal padre per essersi concessa a Troilo degli Ardinghelli, militante contro la sua città e arruolato nelle truppe dell'imperatore Carlo V, è raccolta sulla strada dove geme col figlioletto tra le braccia, da Fanfulla da Lodi e scortata dallo stesso, vestito da giullare, nel campo degli Imperiali dove il cinico Troilo, fingendosi pentito dei torti verso Lisa sarà causa della rovina della sua famiglia, procurando la morte dello stesso Niccolò, ma rimanendo egli stesso vittima durante l'assedio della città.