Il dipinto, di modesta qualità pittorica, è ricordato dal Brogi (1863) come opera del pittore e incisore toscano Cherubino Alberti (Borgo San Sepolcro 1553-Roma 1615), formatosi nell'ambito del tardomanierismo fiorentino e romano, di cui sviluppò le tendenze decorative e virtuosistiche. Alla luce di recenti indagini stilistiche Laura Martini propone l'attribuzione al poco noto pittore senese Francesco Canini, recentemente identificato come autore di alcune pale d'altare nel territorio senese (L. Martini in Quaderni Sinalunghesi, 1999).