Il piccolo dipinto, proveniente dalla collezione privata di Francesco Crociani, viene ricordato negli Inventari come opera del pittore ferrarese Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino (1550 ca. - 1620). Studi recenti (L. Martini) hanno individuato più propriamente una matrice fiamminga , altresì rilevabile in altre analoghe pitture su rame di carattere devozionale conservate nello Studiolo, come l'"Orazione di Cristo nell'orto di Getshemani", o la "Resurrezione di Lazzaro".