Il dipinto, proveniente dal Convento di S. Agnese, è pervenuto nelle collezioni comunali in seguito alla soppressione nel 1866. Compreso tra le tredici tele con Fiori ricordate dal Brogi (1897) nella Chiesa e Convento di S. Agnese. E' citato nell'elenco degli oggetti devoluti al Comune in seguito alle soppressioni (1905) ma la descrizione non ne consente l'identificazione certa (n. 8, 9 o 10). Passato in deposito nel Palazzo di Giustizia in data non nota ne è uscito nel 1998 per la definitiva collocazione nelle sale del Museo Civico in Palazzo Neri Orselli. Il dipinto, come gli altri due che compongono la serie (nn. 161, 162), è caratterizzato da una visione da sotto in su, il vaso è appoggiato su di una mensola in pietra posta di scorcio rispetto all'osservatore e allineata con l'orizzonte. Su di essa è appoggiata una tazzina di porcellana a fondo bianco con decoro in azzurro: elemento distintivo, assieme alla tipologia del vaso, rispetto alle altre due composizioni con cui si associa (nn. 161 e 162). Laura Martini, circostanziando il suggerimento di Pietro Acerbi, evidenzia i rapporti stringenti con la pittura di genere napoletana di fine Seicento, in particolare con la produzione nota di Gaspare Lopez (Napoli, (?) - Firenze o Venezia, 1732 ca.), specialista di pittura di fiori attivo a Venezia, Roma e Firenze, probabile allievo del Belvedere. Nella descrizione ne evidenzia però una maggiore rigidità e semplificazione dell'impianto compositivo rispetto alle opere del Lopez che potrebbe suggerire una personalità meno consolidata vicina a Francesco Lavagna o ad A. Sangiovanni.