Il dipinto, proveniente dal Convento di S. Agnese, è pervenuto nelle collezioni comunali in seguito alla soppressione nel 1866. Compreso tra le tredici tele con Fiori ricordate dal Brogi (1897) nella Chiesa e Convento di S. Agnese, l'opera è citata poi nell'elenco degli oggetti devoluti al Comune in seguito alle soppressioni (1905) ma la descrizione non ne consente l'identificazione certa con il numero inventariale (n. 8, 9 o 10). Il dipinto, come gli altri due che compongono la serie (nn. 162, 163) è caratterizzato da una visione da sotto in su: il vaso è appoggiato su di una mensola in pietra posta di taglio parallelamente all'osservatore e in linea con l'orizzonte. Laura Martini (2000), circostanziando il suggerimento di Pietro Acerbi, evidenzia i rapporti stringenti con la pittura di genere napoletana di fine Seicento, in particolare con la produzione nota di Gaspare Lopez (Napoli, (?) - Firenze o Venezia, 1732 ca.), specialista di pittura di fiori attivo a Venezia, Roma e Firenze, probabile allievo del Belvedere. Nella descrizione ne evidenzia però una maggiore rigidità e semplificazione nell'impianto compositivo rispetto alle opere del Lopez che potrebbe suggerire una personalità meno consolidata vicina a Francesco Lavagna o ad A. Sangiovanni.