Il dipinto, come puntualizza Laura Martini, è una derivazione seicentescadi un soggetto caravaggesco assai diffuso nell'ambiente artistico fiorentino, che richiama alla mente le versioni più note assegnate al pittore Giovanni Martinelli (Montevarchi, Arezzo 1600 ca. - Firenze 1659), una conservata presso l'Isaac Delgado Museum of Art di New Orleans e l'altra di collezione privata fiorentina (già Forteguerri, Pistoia), ambedue scaturite dalla parentesi romana della seconda metà degli anni Venti del Seicento. La non elevata qualità dell'opera, compromessa altresì da eccessive puliture, non permette di identificare precisamente l'autore di questa composizione che del realismo caravaggesco sembra darne una fredda interpretazione, per la materia pittorica cruda e compatta, priva di morbide accensioni luministiche.