L'opera, proveniente dalla collezione privata del primicerio Francesco Crociani, è ricordata da Francesco Brogi(1863) nel Palazzo Comunale di Montepulciano e da lui riferita alla maniera di Filippo Lippi, mentre il primo catalogo a stampa del Museo Civico e Pinacoteca Crociani (1909), allora allestito nel Palazzo Pubblico, ne attribuisce l'esecuzione al pittore Sebastiano Mainardi (San Gimignano 1450 ca. - Firenze 1513), formatosi a Firenze con Domenico Ghirlandaio e collaboratore nella attivissima bottega del maestro. La composizione è sicuramente riferibile all'ambito fiorentino del tardo Quattrocento, evidentemente ispirata alle forme plastiche e dilatate di Filippo Lippi (Firenze 1406 ca. - Spoleto 1469), ma senza dubbio eseguita da un artista minore che ripete stancamente formule stilistiche, temi compositivi e motivi formali del maestro. Legami più stringenti sono stati recentemente avanzati da Laura Martini con le opere di artisti fiorentini del tardo Quattrocento, come Jacopo del Sellaio o gli allievi di Cosimo Rosselli, nonchè con la produzione del cosiddetto "Maestro di Marradi" per le forti affinità stilistiche riscontrate tra la tavola poliziana e il tondo con la "Madonna dell'Umiltà, San Giovannino e un angelo" dell'Ashmoleum Museum di Oxford.