Non si conosce l'originaria provenienza del dipinto, conservato nei depositi del Museo e solo dal 1990 esposto nelle sale della Pinacoteca. Il quadro, presentato in quell'anno alla mostra di opere d'arte restaurate nel Museo Civico di Montepulciano, venne assegnato da Laura Martini al pittore fiorentino Niccolò Betti, allievo di Michele Tosini detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (Firenze 1503/ 1577) che fu a capo di una importante bottega in cui studiarono insieme al Betti artisti quali Girolamo Macchietti e Mirabello Cavalori, collaboratori del Vasari in Palazzo Vecchio. La tela poliziana presenta infatti strette affinità stilistiche con un gruppo di opere di chiara impronta fiorentina, presenti nel territorio della Valdichiana, legate soprattutto alla cultura raffinata dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio e riunite intorno al nome di Niccolò Betti. Si tratta di due "Annunciazioni" nel Museo d'Arte Sacra di Chianciano, datate al 1580 e 1581, della "Crocifissione" nella Chiesa di Castiglioncello del Trinoro (Sarteano) e, a Montepulciano, dell'"Adorazione dei pastori" in S. Agnese, che risulta pagata nel 1581, e della "Madonna in trono tra S. Girolamo e S. Giovanni Battista" in Santa Maria delle Grazie (firmata). Le opere del Betti, che soggiornò presumibilmente a Montepulciano intorno al 1580, risultano strettamente legate al lessico raffinato e stravagante dell'apparato decorativo dello Studiolo di Francesco I, al quale lui stesso partecipò con il "Saccheggio di una città", nonchè alla maniera elegante e bizzarra di Francesco Brina (Firenze 1540?-1586), anch'egli allievo di Michele Tosini, ugualmente affiancabile al Macchietti e al Cavalori nel processo di rinnovamento della pittura fiorentina del settimo e ottavo decennio del Cinquecento.