Il dipinto, assieme al suo pendant con Mercato (n. 147), proviene dal lascito Crociani. attribuito già negli inventari storici al pittore fiammingo Jan Miel (Bevereen-Waas, 1599/ Torino 1663). L'artista si stabilì a Roma nel 1636 dove dipinse "bambocciate", sulla scia di Peter Van Laer, e temi religiosi; trasferitosi dal 1658 a Torino, fu pittore di corte di Emanuele II di Savoia. Tra i contributi più significativi alla conoscenza della personalità dell'artista e della pittura fiamminga in Italia sulla scia del Bamboccio è da evidenziare quello di Giuliano Briganti (1983). La datazione della tela (Martini, 2000) è posta in relazione con la produzione del periodo di attività romana del pittore (cfr. Sestieri, 1993) caratterizzato da una stesura pittorica rapida con prevalenti toni bruni e guizzanti colpi di luce. Il soggetto, in linea con le caratteristiche peculiari della pittura di genere, rappresenta con freschezza pittorica la verità schietta del quotidiano. Il brano di verità è bloccato, come visto da una finestra aperta sull'esterno, senza alterazioni.