Il dipinto, proveniente dal lascito Crociani, è sicuramente tra le tele più preziose del Museo Civico. Attribuito tradizionalmente al pittore fiammingo Christian Roeder è stato debitamente accreditato al pittore reggiano Cristoforo Munari grazie agli studi di Briganti G. (1954) e in seguito alla conoscenza dell'opera dell'artista rivelata dalla mostra parmense curata da Augusta Ghidiglia Quintavalle (1964). Su di una grossa mensola di pietra posta di scorcio rispetto all'osservatore sono disposti in accurato disordine strumenti musicali e oggetti secondo uno schema compositivo che caratterizza molte opere del pittore. La metà sinistra della composizione ritorna pressoché identica in una tela conservata presso il Museo di Budapest (cfr. Baldassarri F., 1998, pp. 194-195, cat. 106), nell'ultimo sostituiscono le tazzine e il flauto dei biscotti e un'alzata con due bicchieri e un'ampolla, mentre la brocca è spostata verso il centro. Dall'iscrizione sul foglio di lettera in primo piano a sinistra è possibile dedurre il luogo e la data di esecuzione del dipinto: Firenze, settembre 1712. Come scrive Laura Martini (2000) "La tela appartiene all'ultima produzione del pittore, morto nel 1720, e fu eseguita al rientro da Roma (1706) durante il lungo soggiorno fiorentino dove lavorò per i Medici". La realtà è resa con accuratezza sin nel più minimo dettaglio in modo illusionistico ma senza mai perdere freschezza pittorica nella stesura cromatica e nella fluidità delle pennellate. Munari rende i vari materiali in modo tattile facendone percepire la consistenza con meticolosità ma senza mai cedere alla tentazione dell'esercizio virtuoso privo di poetica.