Assai incerte sono le notizie storiche relative alla esatta provenienza dell'opera che al tempo della revisione compiuta da Luigi Dami nel 1925 si trovava in deposito già dall'anno precedente nei locali dell'Archivio del Palazzo Comunale di Montepulciano, mentre nel 1932 Cesare Brandi ricorda il dipinto nella Cappella del Palazzo Pubblico, segnalando la sua provenienza dal Convento di San Francesco. Non sappiamo esattamente quando l'opera venne consegnata al Comune: Francesco Brogi nell'"Inventario generale degli oggetti d'arte della provincia di Siena" (1862-1865) non segnala la sua presenza nella chiesa di San Francesco o nell'annesso convento che a quel tempo risultava già chiuso, essendo stato soppresso durante la dominazione francese nel 1809. Forse il dipinto giunse al Palazzo Comunale in seguito ad un progetto studiato nel 1911 e mai eseguito, di trasformare il convento di San Francesco in un Carcere Giudiziario, che comportò lo spostamento degli oggetti d'arte in esso contenuti, esclusi gli affreschi, nella sede comunale.Restaurata una prima volta nel 1937 la tavoletta, probabile scomparto di un polittico smembrato, tradizionalmente assegnata alla scuola senese del XIV secolo, in particolare alla cerchia di Ambrogio Lorenzetti o di Simone Martini, è stata recentemente ricondotta all'ambiente artistico pisano della prima metà del Trecento gravitante attorno alla scuola di Francesco Traini e più precisamente assegnata da Luciano Bellosi al cosiddetto Maestro della Carità, per affinità stilistiche con opere come la tavola del Museo Nazionale di San Matteo di Pisa raffigurante la "Vergine in trono con Bambino, i santi Francesco e Chiara e Angeli", la "Madonna con Bambino" della chiesa parrocchiale di Gello di Palaia (Pisa) e quella degli Istituti Riuniti di Ricovero di Pisa.