Il dipinto proviene dal lascito Crociani, attribuito a Carlo Antonio Crespi, figlio del più noto pittore Giuseppe Maria detto lo Spagnoletto (1665/ 1747), da Colombi Ferretti (Porzio F., 1989, p. 482) che pubblica l'opera del Museo Civico e scioglie il monogramma con cui è siglata l'opera: "Un caso ulteriore, ai limiti del vero e proprio equivoco, è costituito da un inedito e più complesso dipinto della Pinacoteca di Montepulciano, anch'esso siglato "A.C." (...) tutto ciò induce a operare uno scorporo dal catalogo riferito al Valentino di una parte di opere - contraddistinte principalmente da una fattura ancora più veloce e semplificata - che dovranno invece riconoscersi ad Antonio Crespi". Laura Martini (2000) interpreta la terza lettera dell'iscrizione con una "p", più plausibilmente della "J" letta dalla Monaci Moran (1989), che potrebbe essere sciolta con paternità: "pinxit".