Il dipinto, ricordato da Francesco Brogi (1863) come opera di Luca Giordano (Napoli 1634-1705), viene assegnato da Laura Martini alla bottega del pittore fiorentino Pier Dandini, al quale appartiene presumibilmente l'altra composizione biblica raffigurante "Ester svenuta davanti ad Assuero", esposta accanto a questa nella stessa sala. Evidenti sono infatti le analogie stilistiche tra le due opere, avvertibili nel fare mosso della pennellata e nell'uso di linee spezzate e colori puri, tratti distintivi del maestro fiorentino. La scena di Mosè che mostra una esecuzione più debole, è dunque da riferire ad un allievo del Dandini.