Il dipinto, presentato da Laura Martini nella esposizione allestita presso il Museo Civico di Montepulciano nel 1990, appartiene secondo la studiosa alla bottega di Giusto Suttermans, ricorrendo in esso componenti stilistiche prossime a quelle del pittore di Anversa, ritrattista della corte medicea fin dal tempo di Cosimo II, dal 1620 e per circa sessant'anni fino alla morte, avvenuta nel 1681. Più precisamente Laura Martini colloca il ritratto nel quarto decennio del Seicento, poichè affine alle opere eseguite dal Suttermans dopo la serie aulica più "realistica", legata ancora alla formazione fiamminga e vicino invece al famoso "Autoritratto" degli Uffizi (Inv. 1890, n. 1646) proveniente dalla Collezione del Cardinale Leopoldo de'Medici in Palazzo Pitti a Firenze. Sembrano confermare questa ipotesi l'uso di una pennellata più morbida, l'attenzione ai contrasti di luce e ombra, l'acuta e vibrante espressione del volto, che avvicinano il dipinto poliziano alle opere del Suttermans nate dall'incontro con la corrente pittorica fiorentina di gusto venezianeggiante di Cristofano Allori e Matteo Rosselli (L. Martini).