L'opera, proveniente dalla collezione privata del primicerio Francesco Crociani, ritenuta dal Berenson copia da Filippino Lippi, è stata successivamente considerata opera della sua bottega. La parte superiore della composizione, con la figura di Cristo sulla croce e gli angeli che raccolgono nel calice il sangue del Salvatore, è infatti una derivazione dalla pala con la "Crocifissione, la Vergine e San Francesco" realizzata dal Lippi nel 1496, su commissione del "piagnone" Francesco Valori, per la Cappella Valori nella Chiesa di S. Procolo a Firenze (già nel Kaiser Friedrich Museum di Berlino), andata distrutta nel 1945, mentre le figure della Madonna e di San Giovanni Evangelista sono riprese dallo stendardo di uguale soggetto, conservato nel Museo Horne di Firenze (Inv. 98), appartenente alla tarda attività del pittore. Più specificatamente la tavola è stata recentemente accostata (Martini L.) alla produzione tarda di un modesto allievo del Lippi, Francesco Botticini (1446-1498), per le analogie stilistiche riscontrate con opere a lui riferite, quali gli "Angeli musicanti" del Museo della Collegiata di Empoli e l'"Adorazione del Bambino con angelo" del Museo del Petit Palais di Avignone.