Segnalato nell'Inventario Crociani come opera di Carlo Maratta (Camerano 1625 - Roma 1713) il piccolo dipinto è stato ricondotto da Laura Martini ad ambito ferrarese della fine del XVI secolo e più precisamente attribuito a Sebastiano Filippi detto il Bastianino, per le evidenti affinità stilistiche con la tarda maniera di questo artista, che fonde influssi michelangioleschi alla Salviati con effetti coloristici di derivazione veneta, evidenti nella materia pittorica liquida e sfrangiata con cui sono modellate le figure di questa sacra composizione.