Il dipinto è ricordato da Francesco Brogi (1863) e nel primo catalogo a stampa del Museo (1909) come opera del pittore Antonio Morghen. Anche l'inventario Crociani lo assegna a questo artista, noto soprattutto per essere figlio del celebre calcografo e acquafortista Raffaello Morghen (1758-1833) a Firenze dal 1793 al servizio del Granduca Ferdinando III. L'opera poliziana si rivela tipico prodotto di quella pittura di genere praticata da Antonio Morghen a partire dal 1820,rappresentata soprattutto da paesaggi con effetti di neve, di romantico sapore e di accurata finitezza esecutiva.