Assai scarse sono le notizie storiche relative alla provenienza di questodipinto, che non è stato possibile identificare con nessuno di quelli elencati nell'inventario Crociani del 1861, nè tantomeno segnalato da Francesco Brogi nelle varie chiese cittadine o nel Palazzo Comunale al tempo in cui lo storico redasse l'"Inventario generale degli oggetti d'arte della provincia di Siena" (1862-1865). L'opera non è altresì ricordata nel primo catalogo a stampa del Museo del 1909, allora allestito nel Palazzo Pubblico. La troviamo menzionata per la prima volta nell'inventario del Museo redatto nel 1971 con il titolo di "Gesù trafitto dalle spine", senza alcuna indicazione relativa all'autore. La tavola è stata assegnata da Laura Martini al pittore aretino Giovanni Antonio Lappoli, esponente minore del Manierismo toscano, allievo del Pontormo e amico del Rosso Fiorentino, per le evidenti affinità stilistiche con la nota pala raffigurante l'"Allegoria dell'Immacolata Concezione e Santi", firmata dall'artista e datata 1545, conservata nello stesso Museo.